Tutt’oggi non è ben chiaro il motivo per cui la falena si lanci con tutte le sue energie contro le fonti luminose: molto probabilmente ne è attratta e cerca di raggiungere quella luce, ma negli ultimi tempi si è iniziato a pensare che in realtà potrebbe detestarle con tutta se stessa, cercando così di eliminarla in una donchisciottesca carica sfrenata. Con lo stesso fervore noi ci stiamo avvicinando alle elezioni del 4 marzo.
Manca ancora circa un mese e mezzo di campagna elettorale, eppure ne siamo già nel vivo. Una volta iniziata la gara alla sparata più grossa abbiamo iniziato ad assistere a una gara di tiro al bersaglio nel tentativo di centrare la promessa giusta, quella che farà breccia nel cuore dell’elettorato, quella che permetterà di arrivare al fatidico 40%.
Abbiamo sentito parlare di abolizione del canone Rai, di reddito di cittadinanza o di dignità in base al proponente; di pensioni minime; di cancellazione delle tasse universitarie, della legge Fornero (affermazione poi smussata in una dichiarazione d’intenti più blandi, come una modifica o una riforma), del Jobs Act, del bollo auto. E poi ancora continua la rumba: Flat tax, salario minimo, cancellazione delle “norme Lorenzin” sull’obbligatorietà dei vaccini.
Nonostante ciò la situazione continua a rimanere in bilico. Secondo i sondaggi di gennaio di Tecnè le intenzioni di voto degli italiani sarebbero pressappoco queste: il MoVimento 5 Stelle si confermerebbe primo partito con il 27,9% delle preferenze, in crescita dell’1,2% rispetto ad un mese fa; in seconda posizione troviamo il Partito Democratico che perderebbe 2,7 punti e si attesterebbe al 21%, seguito da Forza Italia al 18,1% in crescita dello 0,7%; a seguire abbiamo la Lega – Salvini Premier al 12,5%, in calo dell’1,5%; Liberi e Uguali è accreditato al 6,3%, in calo dell’1%, mentre Fratelli d’Italia perde uno 0,2% e rimane sostanzialmente stabile al 5,2%.; la “quarta gamba” del centrodestra composta da Noi con l’Italia-Udc Italia conquisterebbe il 2,7% delle preferenze, seguita dalla lista Più Europa con Emma Bonino al 2%. La somma totale degli altri partiti è data al 4,3% in calo del 1,2%.
Ad oggi il 59,6% degli intervistati dichiara che andrà a votare, mentre gli indecisi /astenuti si attesterebbero al 40,4%, decretando il vero potenziale vincitore delle prossime elezioni: nessuno.
A questo punto, siamo sicuri che andare a votare sia la scelta migliore?
Come riportato dallo storico francese Pierre Rosanvallon, nella polis greca l’investitura dei capi avveniva per sorteggio, ovvero estraendo i nomi da un cappello. Addirittura l’opinione che la democrazia fosse un sistema in cui le cariche politiche vengono assegnate per sorte resistette fino al sedicesimo secolo, tant’è che i pensatori politici che dal diciassettesimo secolo si fecero portatori dell’idea di un governo rappresentativo non si consideravano sostenitori della “democrazia”. Allora, perché non tornare alle origini?
Sogno già un Mattarella con un enorme cappello in mano, qualcosa di simile a quello di Harry Potter ma silente e pieno di bigliettini con su scritti i nomi non solo di tutti i candidati premier, ma per rendere la cosa più divertente anche quelli di tutti i vari capi delle liste interne alle coalizioni. Da Berlusconi a Di Maio, da Renzi a Grasso, dalla Meloni alla Bonino, da Speranza a Salvini, da Fitto a Fratoianni, tutti in attesa che la mano del Presidente della Repubblica fuoriesca dal cappello. Attimi di silenzio, tensione in aula e in tutt’Italia, un ultimo movimento fugace della mano e poi l’estrazione. La monocorde voce di Mattarella annuncia: “E il prossimo Presidente del Consiglio dei ministri sarà…Pippo Civati!”
Applausi, qualcuno sviene, fischi da ogni fazione politica, e intanto un brusio sommesso inizia a diffondersi da Bolzano a Lampedusa: “Ma chi è Pippo Civati?”
BIBLIOGRAFIA:
Germano L., Grilli di Cortona P., Lanza O., Pisciotta B., Capire la politica, Novara, UTET, 2017
SITOGRAFIA:
http://www.today.it/politica/elezioni/politiche-2018/promesse-elettorali-elenco-completo-2018.html
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