Lasciate volare in pace il calabrone

Quante volte vi sarà capitato di leggere su internet l’affermazione in base alla quale secondo le leggi dell’aerodinamica il calabrone non potrebbe volare, ma lui non lo sa e vola lo stesso? Tante, immagino.
Questa frase può essere utilizzata con due fini: il primo, estremamente lodevole, è quello di voler convincere il lettore che nulla è impossibile e che i propri limiti, anche se sembrano imperativi, sono in realtà superabili; il secondo invece è quello che intende screditare la scienza, mostrando come anch’essa alle volte non riesca a spiegare neanche le cose più semplici, come il volo di un banale calabrone.

Qualsivoglia sia l’utilizzo che si vuole fare di questo aforisma, erroneamente attribuito a Einstein per dargli maggiore forza persuasiva, è bene tenere a mente che parte da un preconcetto totalmente errato e scientificamente inadatto, e pertanto l’affermazione è una bufala.

Volendo essere pignoli, la frase in sé per sé è tradotta in maniera erronea già a partire dal soggetto: non si parla di nessun calabrone!
L’insetto citato nella frase originale (“It’s scientifically impossible for the bumblebee to fly; but the bumblebee, being unaware of these scientific facts, flies anyway”) è un imenottero della famiglia degli Apidi, il Bombus terrestris (comunemente chiamato bombo), il cui rapporto superficie alare/massa corporea ha fatto nascere il mito sulla sua impossibilità di volare. In italiano invece il calabrone è un Vespide (Xylocopa violacea), sulle cui capacità di volo nessuno ha mai osato avere dubbi!

bombo-2

La leggenda del bombo che non può volare sembra nascere negli anni ‘30 all’Università di Gottingen, in Germania: durante una cena, uno scienziato svizzero che allora conduceva studi sulla dinamica dei gas sembra abbia posto questo problema: “Che proprietà aerodinamiche hanno le ali del bombo per permettergli di volare?”.
Dopo alcuni rapidi calcoli lo scienziato si accorse che l’aerodinamica suggeriva che non potesse farlo.

Il mito sembra poi essere stato rafforzato da studi come Les vol des Insectes, del 1934, che dimostrava, applicando le equazioni della resistenza dell’aria sul volo degli insetti, come il volo del bombo fosse impossibile, affermando contemporaneamente che “non si dovrebbe essere sorpresi se il risultato dei calcoli non è uguale alla realtà dei fatti”.

E allora come può questo benedetto bombo volare? Viola realmente le leggi della fisica?
Certo che no: il bombo non viola alcuna legge fisica, ed è stato dimostrato nel 2005 attraverso una serie di riprese ad alta velocità sulla sua meccanica alare.
Il bombo ha una frequenza pari a 230 battiti al secondo, molto più veloce di altri insetti di dimensioni minori, addirittura 5 volte superiore a quello di un colibrì, ed è proprio questa velocità incredibile che gli consente di ottenere una spinta sufficiente a mantenerlo sospeso in aria, oltre che ad un movimento alare inconsueto che contribuisce a generare portanza.
Il movimento alare del bombo infatti non è semplicemente un battito d’ali come quello che possiamo osservare negli uccelli, ma un movimento molto più complesso, che comporta la torsione e l’oscillazione delle ali per creare una spinta che non sarebbe ottenibile con un semplice battito.
L’errore presente nei calcoli fu l’applicare le leggi della fisica ad un volo “standard” che non corrispondeva al moto alare del bombo.

Quindi è evidente che le leggi dell’aerodinamica non permetta alle bufale di volare, ma loro non lo sanno e continuano a circolare in rete lo stesso.

Paolo Palladino

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