Disability Pride, combattiamo le barriere (mentali)

Siamo nel 2018, tra bandiere arcobaleno e Flash Mob in piazza, anche questo week end l’Italia ha voluto ricordare quanto l’inclusione e la lotta alle disuguaglianze sia una tematica attuale ed importante.

Spesso dimentichiamo, soprattutto chi non è parte di una dimensione sofferente quanto la disabilità, quanto le cose più piccole possano diventare difficili per chi non è abile al 100%.

Dimentichiamo anche quanto le relazioni sociali siano complesse, interfacciarsi con chi non è uguale a te e che in ogni caso non capirebbe i tuoi punti di debolezza perché banalmente non li vive e non li trova naturali.

Leggo nei corridoi universitari un annuncio che mi fa stringere il cuore: una ragazza, circa 23 anni, che cerca un’accompagnatrice per il pomeriggio.
Nulla di complesso: solo potersi prendere un caffè in compagnia e una chiacchierata al parco.
Nonostante il progresso 4.0, le rivoluzioni industriali, non abbiamo mai imparato davvero cosa vuol dire “aprire le braccia al prossimo”.
Come si può pensare di dover trovare ancora annunci simili, di ragazzi che cercano compagnia tramite cartelli sottolineando la loro disabilità, e non poterli vedere autonomi e circondati di amici?

Non dimenticate che, se abbiamo paura di un colore di pelle, avremmo paura anche di una gamba non funzionante: tutto ciò che è diverso ci porterà sempre nella condizione di sentirci superiormente normali.

Ma noi non abbiamo rinunciato ai banali luoghi comuni:  appuntamento alle 17,30 in piazza Madonna di Loreto ed a seguire un concerto lungo il Corso fino a piazza del Popolo.

È il Disability Pride che domenica 15 luglio riempie le strade del centro di Roma.

Una serata, una giornata e allo stesso tempo uno show in cui sul palco, oltre agli artisti, ci saranno anche esponenti delle istituzioni per parlare dei problemi delle persone diversamente abili.

Tutto, organizzato da “Disability Pride Onlus” in collaborazione con la Fondazione Anmil (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) “Sosteniamoli subito”, insieme a numerosissime associazioni di categoria e organizzazioni e patrocinato, tra gli altri, dal Parlamento Europeo, dall’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e via dicendo.

È un giorno di festa, un giorno di festa che deve ricordare che le barriere alcune volte sono fisiche ma la maggior parte delle volte sono mentali.

Nel giorno della finale dei mondiali, dove realmente gambe e braccia funzionano scattanti al 100%, dove ognuno cerca di rendere più che unico il senso della vittoria fisica.

Siamo colmi di esempi di forze disumani, di fisici atletici e scolpiti, che hanno come obbiettivo l’arrivo della vittoria.

V, per vittoria e vanità, che non vanno nello stesso filo e senso di D, disarmo e disabilità.

Ma oggi forse questa V è di tutti, delle missioni impossibili di Croazia e Francia e delle Onlus di tutta Italia che si vogliono battere per rendere eroi anche chi non ha le possibilità, fisiche, di farlo.

Giulia Olivieri

 

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