до свидания (I vincitori e i vinti del Mondiale Russia 2018)

Vincitori

Francia. Io c’ho provato. C’ho provato in tutti i modi sul mio trespolo facendo tutte le macumbe possibili. Non ci sono riuscito. La Francia è campione del mondo!! (Scriverlo fa ancora più male). Una vittoria arrivata nonostante una scarsa costruzione di gioco e decisa da una moltitudine di episodi favorevoli (tanto per citarne alcuni: 3 rigori, 3 autoreti, l’exploit di Mbappè contro l’Argentina, l’infortunio di Cavani, i 90 minuti in più giocati dalla Croazia). Non a caso fu Napoleone a preferire ai generali bravi quelli fortunati. D’altro canto fu Seneca a sostenere che non esiste la fortuna ma esiste il momento in cui il talento incontra l’occasione. E bisogna ammettere che qui di talento ce n’è (e parecchio). Una squadra con l’età media tra le più basse del mondiale, 26 anni, figlia di un progetto che ha permesso di giocare negli ultimi 20 anni 3 finali, vincendone 2. Se si aggiunge l’harakiri delle squadre più quotate, ecco qui che la frittata (o la vittoria) è fatta! Chapeau!

Kylian Mbappé. Ci aspettavamo le giocate di Messi, Ronaldo e Neymar. A spuntarla invece è il secondo giocatore più giovane del mondiale. Se è vero che nel nome delle persone è indicato il loro destino, allora le sue iniziali sono un presagio da non sottovalutare: K.M. E di chilometri il giovane Kylian ne ha fatti! Per la precisione sono stati 38 quelli orari raggiunti all’undicesimo minuto, che hanno permesso di seminare la difesa argentina, procurare il rigore per il vantaggio francese e prendersi la scena riservata a Messi. Un calciatore inedito e tutto da scoprire (sbaglia chi lo paragona per caratteristiche a Thierry Henry o per precocità a Pelè) con ancora una strada da percorrere (ai Mondiali del 2030 il “ragazzino” avrà 32 anni) e delle giocate con le quali noi calciofili non vediamo l’ora di estasiarci!

Var. Tra lo scetticismo e la curiosità generale, promosso a pieni voti il debutto della tecnologia ai Mondiali. Gli errori sono stati pochissimi (il più eclatante forse è da attribuire al rigore non concesso al Brasile nella partita dei quarti contro il Belgio) e tutte le decisioni arbitrali sono state accettate con buon senso da giocatori e tifosi, spostando finalmente l’attenzione sul calcio giocato.

Croazia. Data da molti come sorpresa, ha sorpreso tutti arrivando in finale! Una squadra a intermittenza, bellissima contro l’Argentina quanto brutta contro la Russia. Giocare la finale con tre partite consecutive finite ai supplementari e un giorno di riposo in meno rispetto agli avversari ha inciso sulla prestazione dei calciatori croati, che nonostante tutto hanno retto il ritmo partita e sono usciti a testa altissima.

Oscar Tabarez. Un terribile male lo sta privando dell’uso degli arti, dei muscoli respiratori fino a condurlo alla paralisi, che per un uomo che vive di sport deve essere il male assoluto. Ma “il maestro” c’ha voluto ancora dare una lezione. L’argomento: la vita. Senza cadere nella retorica ci ha dimostrato che cuore, mente, volontà e passione possono governare su tutto, persino l’ingovernabile.

Russia. Le premesse erano tutt’altro che rosee. Tra le minacce dell’Isis, gli hooligan e l’attuale situazione politica, il mondiale in terra sovietica prometteva scintille fuori dal campo che dentro! E invece ci siamo trovati di fronte a stadi all’avanguardia, una gestione dei tifosi impaccabile con un’organizzazione coinvolgente e amichevole, per quella che è stata un vera e propria festa del calcio! A dare ancora più valore al tutto, la prestazione della formazione di casa eliminata ai calci di rigore ad un passo dalla semifinale, giocando i quarti dopo aver battuto la Spagna! Spasìba!

Vinti

Germania. La maledizione del Terzo Millennio, che colpisce i campioni in carica eliminandoli al primo turno, non fa sconti neanche alla compagine tedesca! Un ultimo posto derivato da alcune scelte sbagliate a livello tecnico (pesa l’esclusione dai convocati di Leroy Sanè), a livello tattico (una squadra a trazione anteriore con poche verticalizzazioni che ha sofferto le incursioni degli avversari in contropiede) e a livello psicofisico (i giocatori sono sembrati lenti e senza mordente). Ciò che è veramente mancato è stato un finalizzatore, con Mario Gomez e Timo Werner che non sono stati in gradi di occupare il posto lasciato in eredità da calciatori come Klose o Bierhoff.

Messi, Ronaldo e Neymar Jr. La notte di San Lorenzo è in arrivo, ma ai Mondiali di stelle cadenti se ne sono già viste! Concentrati su chi dovesse essere la “capra” dei due (non in termini scolastici, ma traduzione dall’inglese di GOAT acronimo di Greatest Of All Time) a farla da padrone per Messi e Cristiano Ronaldo sono stati i cavoli (amari) di un’eliminazione agli ottavi di finale.
Del talento carioca, invece, si ricordano più le sceneggiate da telenovela che le sue giocate, dimostrazione di un fenomeno straordinario intrappolato nel suo stesso personaggio.
Un’ennesima occasione persa. E questa volta, la clessidra del tempo inizia a scorrere inesorabilmente.

CAF. The lion sleeps tonight. Nessuna squadra africana (Tunisia, Nigeria, Marocco, Egitto e Senegal) è riuscita a superare il primo turno, evento che non accadeva dai mondiali del 1982. Con Salah predicatore di calcio nel deserto, il Senegal fermato dal numero dei cartellini gialli e la difesa della Tunisia tra le più deboli del Mondiali (peggio di loro solo Panama), la federazione africana torna a casa con un magro bottino di 3 vittorie e 2 pareggi.

Jorge Sampaoli. Il suo stile da bodyguard total black con le braccia tatuate sarebbe una condizione sufficiente per metterlo tra i vinti. L’idea di calcio proposta all’Argentina in crisi a livello dirigenziale e di personalità ha peggiorato la situazione, trasformando l’allenatore in un capro espiatorio e cancellando i suoi precedenti successi.

 

Marco Paoloni

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