Eliminazione della violenza contro le donne

Sabato 24 Novembre, un giorno prima della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la pioggia non è riuscita a frenare la partecipazione alla manifestazione organizzata a Roma dall’associazione “Non una di meno”. Una manifestazione contro la violenza maschile e di genere che sempre di più sembra essere radicata a livello sociale, culturale e istituzionale nonostante i progressi fatti a livello legislativo per combattere questa piaga sociale. 150.000 donne e uomini sono scesi nelle strade romane, sotto una fitta pioggia con il sorriso sulle labbra per porre fine alle violenze perpetrate contro le donne a livello locale e globale. Le voci si sono unite in un coro di dissenso per affrontare un problema che non conosce vincoli economici e sociali, per manifestare contro l’eliminazione dei diritti welfare fondamentali, la riduzione dei finanziamenti ai centri antiviolenza, l’assenza di politiche di sostegno al contrasto alla violenza di genere e per rivendicare il principio di uguaglianza (come citato nell’articolo 3 della costituzione italiana), imprescindibile principio senza il quale una società è destinata a fallire in ogni ambito.

Studi internazionali dimostrano quanto la violenza sulle donne sia un fenomeno pandemico che ha conseguenze gravi su comunità intere e impediscono un libero sviluppo personale e sociale. Una donna su 3 è stata vittima di una violenza verbale, piscologica, fisica o sessuale, questo vuol dire il circa il 35% delle donne a livello globale. Quest’anno il tema centrale delle Nazioni Unite per la giornata internazionale del 25 novembre e i 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere sarà “Orange the World: #HearMeToo”. Un’iniziativa che mira a supportare donne e ragazze unite da un movimento globale di solidarietà contro il momento storico di disuguaglianza sociale nel quale la violenza sessuale e altre forme di violenza sono profondamente radicate. Per troppo tempo l’impunità, il silenzio e lo stigma sociale hanno permesso la crescita sproporzionata della violenza contro le donne. La direttrice esecutiva di UN Women, Phumzile Mlambo-Ngkuca ha enfatizzato la necessità di porre fine alla cultura del silenzio che ha azzittito milioni di donne testimoni di violenza e ha così mascherato la vera estensione delle terribili violenze subite dalle donne. Per rompere questo circolo vizioso di violenza le attenzioni non dovranno più essere rivolte verso la credibilità della vittima, ma la responsabilità del colpevole. In modo tale da tutelare i diritti delle donne e così i diritti dell’umanità intera.

1115 Orange the world

La violenza sessuale si esprime in diverse forme e proprio per questo motivo nonostante i progressi a livello di conoscenza e a livello normativo, nuovi problemi e nuovi scenari globali modificano le azioni necessarie per eliminare gli strumenti di oppressione. Basti pensare allo sfruttamento e i torti che le donne devono subire in territori dove è in atto un conflitto o stanno vivendo un post-conflitto, oppure tutte le violenze subite dalle donne nelle rotte del Mediterraneo e del Mar Egeo per raggiungere l’Europa o un posto sicuro dove vivere una vita agiata e tranquilla. Gli obiettivi dell’ONU, delle istituzioni e di tutti gli attivisti che operano al meglio in tutto il mondo sono il supporto, evitare la stigmatizzazione, cercare di migliorare l’educazione perché spesso dalle generazioni future passa il cambiamento e loro non devono essere le vittime di relazioni morbose e violente. Infine, una comunicazione meno intrinseca di stereotipi e il superamento della disparità di genere sul mercato del lavoro e su ogni ambito sociale e civile.

Alda Merini nella poesia “A tutte le donne” scriveva che malgrado le guerre per l’emancipazione, la donna è un granello di colpa anche agli occhi di Dio”. La donna, sebbene la situazione sociale a cui è stata relegata nel corso della storia, è talmente forte da poter comunque diventare grande come la terra e innalzare il suo grido d’amore, un grido di emancipazione, di uguaglianza. Un grido di libertà.

Oscar Raimondi

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