Ho in gola un abbandono
di verbi non urlati, di lingue consumate, di voci rauche dentro il petto gonfio di vento – incastro di fiato nella bocca. Mi è rimasto un gesto sulle dita, negato da un tremore e reso miele sulla pelle – collante di due corpi. Ho scordato il sale sulle pareti delle mie vene, vie di fuga per l’ Incerto che tengo sotto la clavicola – dentro una costola. Ignoro se la mia assenza combacia con la tua resa – se il mio sale disinfetta il tuo sangue.
Unica salvezza è la Chimera rimasta in bilico tra l’astratto e la materia – tra essenza e apparenza – ed è questa l’unica forma di amore che conosco.