Fase 2: sbucciare un ananas come se fosse una mela

Uno dei grandi passi verso l’età adulta l’ho fatto il giorno in cui ho deciso fosse giunto il momento di sbucciarmi la mela da solo. Ho imparato a scegliere il coltello giusto e ho migliorato la tecnica.

Sfruttando questa abilità acquisita, ho iniziato a sbucciare anche le pere e le arance. Ma c’è un frutto che è la mia nemesi. L’ananas. Odio sbucciare l’ananas. Il motivo è semplice: non basta saper sbucciare una mela per saper sbucciare un ananas.

Il fatto che l’obiettivo sia sempre quello di “sbucciare frutta”, non significa che si faccia sempre allo stesso modo. Perché cambia la dimensione della frutta, la forma, la consistenza, lo spessore della buccia e tanto altro.

Ecco, lo stesso identico principio vale per il controllo delle infezioni a livello di popolazione.

Qual è il miglior approccio per contenere il coronavirus?
Abbiamo davanti frutti molto diversi da tagliare. Perché da un Paese all’altro cambiano variabili fondamentali, a livello geografico, sociodemografico, e individuale.

Cambia il clima, che può (s)favorire con diverse modalità la diffusione di agenti infettivi. Alcuni prediligono il caldo, altri il freddo. Per citarne alcuni, il freddo aumenta la permanenza negli spazi chiusi e limita il ricambio di aria. Il caldo d’altra parte potrebbe aumentare la partecipazione sociale esterna e quindi i contatti con sconosciuti.

Cambia la dimensione e la distribuzione della popolazione. Con queste cambia il numero di interazioni e gli scambi tra diverse comunità. L’infezione diffonde con modalità e velocità diversa in una popolazione di 8 milioni di abitanti concentrati in una metropoli come New York e in una con un milione e mezzo di abitanti sparsi in piccoli paesi come succede in Sardegna. A New York City si potrebbero bloccare subito i mezzi pubblici per controllare il contagio. In Sardegna non si può, perché praticamente manco ci sono i mezzi pubblici tra un Paese e l’altro. La gente si muove con mezzi privati.

Cambia il numero di contatti fisici tra le persone. In Italia ci si bacia e ci si abbraccia continuamente, in Giappone stringersi la mano non è qualcosa di comune invece. Se l’infezione è favorita dai contatti fisici come le strette di mani e gli abbracci, l’Italia sarà predisposta rispetto al Giappone. Se in Italia si vieta il contatto fisico per controllare l’infezione, in Giappone non avremmo alcun beneficio dalla stessa strategia.

Cambia il contatto intergenerazionale. In Italia abbiamo un rapporto molto forte tra generazioni diverse. La famiglia è “allargata”. Questo significa che gli anziani, che son quelli più ad alto rischio, hanno contatti costanti e protratti con i più giovani, che son quelli con maggiore probabilità di infettarsi a causa della maggiore partecipazione sociale. Se in tutta Europa si dovesse vietare il contatto con parenti di età superiore a 70 anni, in Italia causerebbe cambiamenti nella vita di tante famiglie e verosimilmente potremmo osservare qualcosa in termini di riduzione decessi, ma in altri Paesi non vedremmo praticamente niente e forse sarebbe persino controproducente.

E questi son solo alcuni esempi molto rapidi e superficiali.

Si deve sempre prendere con i guanti qualsiasi confronto.

Quando studiamo l’efficacia e la sicurezza di un farmaco, spesso utilizziamo studi “caso-controllo”. Si confrontano due popolazioni costruite per esser il più simile possibile. Ad un gruppo si somministra il farmaco (caso), all’altro un placebo (controllo), e si confrontano i risultati. Questo perché gli effetti dello stesso farmaco cambiano col cambiare della popolazione. E cambiano quindi costi e benefici che ci portano a dire se il farmaco debba o non debba esser usato, o su chi convenga usarlo e su chi no.

Lo stesso vale nel controllo dell’infezione.

Possiamo guardare insieme le diverse strategie applicate. Possiamo trarre ispirazione gli uni dalle strategie degli altri, e ragionare sui principi dietro una strategia invece di guardare solo la strategia in se, pensando a come applicare lo stesso principio in un contesto diverso. Ma non possiamo assolutamente prendere la strategia adottata da un Paese e applicarla in un altro aspettandoci la stessa efficacia.

Farlo sarebbe come provare a sbucciare un ananas come se fosse una mela.

Fabio Porru

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