Il 1975, anno in cui fu fondata la Microsoft, in cui finalmente terminò la guerra del Vietnam e nel quale il primo videogioco entrò nelle case della gente, dovrebbe essere ricordato anche per un altro evento fondamentale, che cambiò per sempre la vita di noi tutti. In quell’anno un gruppo di ricerca del Rockefeller Institute di New York, in cui si trovarono a collaborare César Milstein and Georges Köhler, generò i primi anticorpi monoclonali.
Milstein e Köhler erano due esperti di settori diversi che, trovandosi a collaborare, fusero insieme le loro conoscenze per generare una nuovissima tecnica con la quale, da allora in poi, vennero prodotti anticorpi monoclonali.
Questi anticorpi sono oggi una delle migliori risorse terapeutiche nella lotta a diverse patologie come il cancro, le malattie infiammatorie croniche, i trapianti ed anche malattie infettive (sicuramente da menzionare sono quelli recentemente sviluppati contro il COVID-19).
Ma cosa sono questi anticorpi monoclonali e come funzionano?
Bisogna partire dalle basi per comprenderli: ricorderete sicuramente che il nostro sistema immunitario, quando genera una risposta contro un patogeno o un agente estraneo, produce anche gli anticorpi. Questi ultimi sono in grado di legare in modo specifico l’intruso e di richiamare altre cellule del sistema immunitario per distruggerlo.
Gli anticorpi monoclonali, iniettati all’interno dell’organismo, funzionano come gli anticorpi prodotti dallo stesso, dirigendo le cellule del sistema immunitario verso uno specifico target. Quindi è come se allertassero il sistema immunitario della presenza di un agente estraneo (o non gradito) e lo attivassero al fine di distruggerlo.
La scoperta epocale effettuata nel 1975 è che è possibile produrre in laboratorio anticorpi diretti verso un singolo target. Infatti, il motivo per il quale quei due signori dovrebbero essere ricordati e per il quale hanno preso il Nobel nel 1984, è che hanno prodotto la primissima provetta di quello che sarebbe poi diventato un usatissimo farmaco biologico: l’anticorpo monoclonale. Come per le scoperte più interessanti ma poco immediate, la comunità scientifica non ha subito compreso che con questi anticorpi si potessero trattare un’infinità di patologie, al contrario, all’inizio non hanno dato molto credito alla scoperta. Dopo pochi anni però, questa uscì dal dimenticatoio e fu rivalutata tanto che a Milstein e Köhler venne assegnato il Nobel.
Il Bamlanivimab, il cui nome impronunciabile eguaglia quello di un demone azteco, è in realtà il primo farmaco composto da due anticorpi monoclonali diretti contro il COVID-19 prodotto dall’azienda Eli Lilly. La Food and Drug Administration (FDA), ente statunitense per l’approvazione dei farmaci, ha concesso l’utilizzo d’emergenza di questo farmaco per pazienti con sintomi lievi e moderati. Questo farmaco non ha però avuto grandi risultati nel trial clinico di fase II (chiamato BLAZE-1). Infatti, in questo studio si è osservato che l’utilizzo del Bamlanivimab non ha grandi effetti sulla riduzione della quantità di virus nei pazienti e nemmeno sui sintomi. Quello che ha permesso all’FDA di approvare questo farmaco decisione è stata il dato sulla percentuale di pazienti ospedalizzati che era alquanto ridotta nei pazienti trattati rispetto al gruppo di controllo (al quale non è stato dato alcun farmaco). Una grossa problematica di questo trial clinico è che il numero di soggetti è troppo ridotto (500 totali) ed i risultati ottenuti potrebbero semplicemente essere casuali e non essere correlati all’utilizzo del farmaco. Un altro lato negativo è che questo farmaco presenta effetti collaterali anche gravi come anafilassi, nausea, diarrea ed altre… I pazienti quindi sottoposti al trattamento dovrebbero essere monitorati da vicino per controllare il loro stato, cosa che richiederebbe l’utilizzo di posti letto (carenti in questo periodo).
Fortunatamente ci sono 11 altri anticorpi monoclonali attualmente in trials clinici ed oltre 150 nelle fasi più precoci di scoperta. Da sottolineare è l’azienda Regeneron che ha prodotto un anticorpo monoclonale in grado di ridurre il quantitativo di virus nell’organismo.
Per concludere, gli anticorpi monoclonali sono un ottimo farmaco per diverse malattie ma, come tutti gli altri farmaci, ha effetti collaterali che dovrebbero essere minori rispetto ai benefici apportati all’individuo.
Per i più interessati:
- Jones B, Brown-Augsburger P, Corbett K, et al. LY-CoV555, a rapidly isolated potent neutralizing antibody, provides protection in a non-human primate model of SARS-CoV-2 infection. bioRxiv. Published online October 1, 2020. doi:10.1101/2020.09.30.318972
- Chen P, Nirula A, Heller B, et al. SARS-CoV-2 Neutralizing Antibody LY-CoV555 in Outpatients with Covid-19. N Engl J Med. Published online October 28, 2020. doi:10.1056/NEJMoa2029849
- DeFrancesco, L. COVID-19 antibodies on trial. Nat Biotechnol 38, 1242–1252 (2020). https://doi.org/10.1038/s41587-020-0732-8