Dal diario di Stefano Guardalupo del 15/06/201*
“In questo periodo ho condotto ulteriori indagini, ma senza successo. Una lunga serie di omicidi erano rimasti senza un colpevole e, nonostante fossi convinto che fosse stata proprio la subdola e seducente Lucrezia ad ucciderli, ho continuato ad indagare per conto mio.
Proprio oggi, dopo aver ottenuto il permesso, ho potuto accedere di nuovo al locale posto sotto sequestro. Sentimenti contrastanti hanno invaso il mio cuore: da un lato la nostalgia per i bei momenti trascorsi con Lucrezia, dall’altro la rabbia per essermi lasciato ingannare così facilmente.
Accedendo al magazzino del locale ho notato un particolare che ci era sfuggito durante i precedenti sopralluoghi: una parte del muro del magazzino dietro uno scaffale mobile era senza intonaco. Incuriosito ho spostato la scaffale e con le nocche ho battuto contro il muro. Suonava vuoto!
Ho chiamato la centrale e, dopo aver ricevuto l’autorizzazione, con Cimino e Donetto lo abbiamo demolito: un fetido e nauseabondo olezzo ha ferito le nostre radici.
Sul pavimento giaceva, in avanzato stato di decomposizione, un cadavere. Abbiamo immediatamente chiamato la scientifica per il riconoscimento, ma sappiamo già il suo nome: Vittorio Fortunato.
La sua firma era alla fine di un breve messaggio che egli ha scritto durante la prigionia su un foglio di carta strappato dal fondo di un volume. Grazie a questo messaggio, finalmente, tutti gli enigmi insoluti hanno trovato una risposta.
Ovviamente non sono in possesso della copia fisica, ma sono riuscito a farle una foto e volevo riportare qui il messaggio. Continua a leggere
