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Iniettarsi candeggina effettivamente riduce la mortalità da Covid, ma non conviene

Ha creato sdegno e ilarità. Donald Trump ha però ragione, a modo suo. Infatti, è vero che iniettarsi candeggina riduce la mortalità da COVID19. Quel che Trump però non ha menzionato, senz’altro per dimenticanza, è che ciò è dovuto ad un “bias di sopravvivenza” (“survival o survivorship bias”). Per spiegare questo, partiamo però da una storia fighissima.

Durante la seconda guerra mondiale, gli inglesi eseguirono degli studi sui velivoli aerei di ritorno dalle missioni. Ogna volta che un aereo tornava alla base, si andava a studiare la localizzazione dei fori da proiettili. Il report parlavano chiarissimo: la maggior parte dei fori era localizzata a livello delle ali e della coda, mentre le zone prossime ai motori quasi non presentavano danni . Si concluse che per ridurre le perdite bisognasse rafforzare le ali e la coda, che erano le aree più bersagliate.

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In rosso, i fori dei proiettili

Qualcuno ebbe poi l’idea incredibile di coinvolgere una persona molto competente nel suo ambito, Abraham Wald, matematico e statistico della Statistical Research Group. A sorpresa, Wald suggerì l’esatto opposto: bisognava proteggere maggiormente i motori e sostanzialmente fregarsene di ali e coda.

Le osservazioni effettuate dall’esercito infatti si basavano solo sugli aerei che avevano fatto ritorno alla base. E il fatto che fossero riusciti a tornare sani e salvi dipendeva verosimilmente proprio dal fatto che fossero stati colpiti in quelle aree (ali e coda) e non nelle altre (motori). Quelli colpiti al motore non tornavano.

Se oggi trattassimo tantissime persone con iniezioni di candeggina e andassimo tra un anno ad analizzare i dati dei decessi da COVID-19, scopriremmo che tra questi ve ne sono pochissimi di quelli trattati con candeggina, mentre la quasi totalità includerebbe persone che non hanno ricevuto iniezione. La mortalità da COVID-19 risulterebbe più alta di un numero di volte indefinite in chi non ha ricevuto iniezione rispetto a chi l’ha ricevuta.

Le iniezioni di candeggina apparirebbero statisticamente come fattore protettivo e qualcuno potrebbe concludere che avremmo dovuto trattare tutti con la candeggina.

Esser colpiti al motore come le iniezioni di candeggina selezionano il campione. Per gli aerei, tornare alla base era necessario per poter esser studiati, e quelli colpiti al motore non facevano ritorno alla base e dunque non veniva studiati. Nel caso della candeggina, esser vivi è condizione necessaria per poter esser infettati da coronavirus, ammalarsi e morire di COVID-19.

Le iniezioni di candeggina riducono la probabilità che si verifichi la condizione necessaria per ammalarsi: esser vivi.

Morendo subito in seguito ad iniezione di candeggina, si abbassa drammaticamente la mortalità da COVID-19. In questo senso, si, la candeggina protegge dal decesso da coronavirus. Statisticamente apparirebbe come un fattore protettivo, ma non lo è nella realtà dei fatti. Un poco come lanciarsi dal quinto piano oggi risulterebbe esser un fattore protettivo per demenza senile, cancro, patologie cardiovascolari, oltre che COVID-19.

Se Donald Trump volesse ridurre la mortalità da COVID-19 a New York City basterebbe sganciare una testata nucleare: nessuno morirebbe di COVID-19. Ma sia il salto che il bombardamento aumenterebbero enormemente la mortalità per altre cause e non sono dunque strategie raccomandabili.

Tutto questo per dire tre cose.

La prima è che le associazioni vanno sempre prese con i guanti e inquadrate con attenzione e tenendo conto di tanti aspetti, incluso il campionamento. Prima di tirare delle conclusioni da uno studio basandosi unicamente sui risultati ottenuti si deve sempre verificare che il campionamento sia avvenuto correttamente e che non vi siano bias di sopravvivenza. Questo è particolarmente importante negli studi di mortalità sugli anziani.

La seconda è che quando si chiamano persone competenti come Wald, va così. Arrivano dove gli altri non sanno arrivare. Ma non perché son dei geni. Perché è il loro lavoro arrivarci, hanno studiato per anni per farlo, e sono pagati per farlo.

La terza è che grazie a Donald Trump ora sapete tutti cosa sono i bias di sopravvivenza.

Fabio Porru

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