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“Se fosse tuo figlio”: un libro per cambiare il mondo

“Quando il mondo intero sta in silenzio, 
anche una sola voce diventa potente”  

Malala Yousafzai 

Nicolò Govoni: un volontario che non si è arreso  

Un giorno un ragazzo di nome Nicolò ha deciso di cambiare il mondo. Il suo amore nei confronti  dei più fragili e la sua voglia di fare vengono raccontati in maniera chiara e profonda nel suo  libro autobiografico “Se fosse tuo figlio”. Attraverso i suoi occhi vengono descritte le atrocità e  la miseria del campo profughi di Samos, in Grecia. Nel 2017, dopo un periodo di 4 anni come  volontario in un orfanotrofio indiano, Nicolò Govoni sceglie di dedicare il suo tempo all’interno dell’associazione “Boat Refugee Foundation”, ma quando questa leva le tende lui decide di restare.  Al diavolo la sua prestigiosa borsa di studio a New York, i bambini dell’hotspot hanno bisogno di  aiuto. Ogni storia all’interno di quel campo merita molto di più che una semplice coperta per la notte,  merita una speranza per il futuro. In quel campo la sporcizia è all’ordine del giorno e la violenza  pure. E così chi è fuggito da guerre e torture, pensando di ritrovarsi in un’Europa accogliente,  è finito per vivere in piccole tendopoli dove la rabbia di uno si somma a quella di altre centinaia  di persone, tra cui molti bambini.  

La rabbia di Hammudi  

Hammudi è uno di questi e Nicolò se ne rende conto, a tal punto che lo vorrebbe adottare come figlio  per sottrarlo alle continue sevizie dello zio. La storia di Hammudi spezza anche il più freddo dei  cuori. Era il luglio 2011 quando Hammudi ha visto morire davanti agli occhi suo padre, durante  quello che viene raccontato come il “Massacro del Ramadan”1. Da quel momento è costretto a  fuggire insieme alla madre, ma una volta raggiunta la Turchia viene affidato ai suoi zii, con i quali,  dopo una pericolosa traversata in mare, riesce a raggiungere la Grecia. Un’odissea quella di  Hammudi che però non è riuscita ancora a trovare un lieto fine in quel campo profughi, dove  l’unico reale interesse è il denaro. La manager che si occupa della gestione del campo è priva di  empatia e rimane estranea ai problemi dell’hotspot. Ognuno, lì, è abbandonato a sé stesso. Malvagità,  cattiva amministrazione o interessi economici? Forse tutti e tre. Certo, tutto ciò risulta difficile da  accettare quando viene a galla il nome dell’organizzazione che gestisce il campo in questione:  l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR). Nicolò, nel suo libro, denuncia tutti, perché “nel silenzio, la giustizia muore”.  

Dreamers: la classe dei tuoi sogni  

Per cambiare il mondo in positivo, però, le parole non bastano, servono azioni concrete.  Inizialmente, insieme ad altri volontari, come Giulia e Sarah, decide di dare la possibilità a quei  bambini di evadere dalla vita dell’hotspot per qualche ora al giorno e creare una vera e propria  classe dove poter imparare non solo l’inglese, ma anche i propri diritti. È così che nasce  “Dreamers”, una classe di bambini rifugiati che vogliono ottenere una seconda possibilità. 

L’iniziativa si dimostra più difficile del previsto, non è facile gestire un gruppo di bambini provenienti  da diverse aree del mondo, spesso, in conflitto tra loro. Alla fine, però, si riesce a instaurare un clima  di serenità e lo stesso Hammudi inizia ad aprirsi e ritrovare parte della speranza perduta. A poco a  poco i bambini riescono a trascorrere serate davanti a una pizza calda e trovano uno spazio pubblico  in cui praticare sport. Nella città di Somos, però, gli abitanti locali sono diffidenti e spesso  ripudiano la presenza dei migranti. Le autorità locali e la polizia utilizzano metodi di  repressione e violenza, lo stesso Nicolò, una volta, è stato perquisito e portato in centrale senza  apparente motivo. 

“Still I Rise” e le scuole del futuro  

Se sei dalla parte del cambiamento, qualcuno cercherà sempre di ostacolarti. Govoni, però, non  è il tipo di ragazzo che si arrende, così decide di spingersi più in là. Grazie a diverse raccolte  fondi, donatori anonimi e ai proventi del suo libro “Bianco come Dio”, fonda “Mazì”, la prima  vera scuola per bambini rifugiati. In greco significa “insieme”, una parola che sprigiona amore.  Con il ricavato di questo libro, Nicolò è riuscito ad allargare la sua fondazione “Still I Rise” e  costruire altre 3 scuole in Turchia, Siria e Kenya. A febbraio 2021 è stata annunciata una  meravigliosa notizia: la fondazione International Baccalaureate offrirà alle scuole di “Still I Rise” la  possibilità di ottenere il diploma di “Baccalaureato Internazionale”. “Pareva impossibile”, scrive  Nicolò nel suo profilo Facebook, “e in tanti ci hanno detto che non ci saremmo riusciti, ma ce  l’abbiamo fatta. Saremo i primi al mondo a conferire il Baccalaureato Internazionale ai bambini  profughi e dimenticati. Per la prima volta nella storia, porteremo un’istruzione finora riservata solo  a pochi eletti, agli ultimi tra gli ultimi. Questa è la nostra Rivoluzione, e ne siamo infinitamente  orgogliosi!”. Grazie Nicolò per essere stato il cambiamento che volevi vedere nel mondo, grazie per  aver dato voce agli innocenti.

Irene Pulcianese

1 “Massacro del Ramadan”: Manifestazioni, avvenute in Siria nell’estate del 2011, contro il governo  di Bashar al-Assad che hanno visto l’intervento repressivo dell’esercito e causato più di 200 morti. 

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