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Ti ascolto

Cara Elena, 

credo sia questo il tuo nome, se esisti davvero. Ti scrivo questa lettera continuando a ripetermi che tu esisti senza sapere se ti ho incontrata nella vertigine dei miei sogni più profondi, che a stento ricordo, oppure nell’allucinazione del mio desiderio più segreto. Dal giorno in cui per la prima volta sentii la tua voce scandire il mio passo ho smesso di sognare. La notte è pervasa solo da una triste e stancante solitudine. Qui c’è l’infinito, un infinito profondo. Sento la tua voce, una voce che riecheggia forte lungo tutto il mio corpo, la mia anima, lungo tutta l’estensione del mio essere. Chi sei realmente? Tu che pronunci parole che hanno il profumo del mare. Il vento soffia alla finestra e ti sento nuovamente. Sussurri le parole che scrivo e dolcemente canti le parole che leggo. La mia mente sembra decisa a confondermi, intenta a trascinarmi affondo, nell’abisso, ma la tua voce… la tua voce, in cerca di conforto in un luogo sconosciuto, pervasa da una forza brutale, riecheggia nella mia testa e mi dona una forza a me sconosciuta. Ti ho cercato nella vivacità di un mercato qualunque, ti ho cercato nelle immagini, nei suoni e non nelle persone. Mi impongo di osservare ogni suono. I miei occhi sono fessure affacciate su l’infinito, la luce dove sprofondo, mi bagna. Immergendomi nell’immagine decompongo il contesto; non si tratta solo di invadere lo spazio circostante ma anche le persone, i loro territori, i loro confini, e la loro soggettività. Nella ricerca di un suono che ti renda reale scivolo dentro questo mondo a me nuovo e disperatamente fuggo sempre più da me stesso. Sono ancora qui, colmo, assorto in una duplice osservazione. La tua essenza è dentro e fuori di me. Presenza e assenza. Suono e silenzio. All’improvviso ecco nuovamente la tua voce accarezzare il mio volto. Urlo. Rompendomi il petto urlo nella speranza che la mia voce trovi conforto in un altro luogo. Elena… ti ascolto, ecco tutto. Ti ascolto e questo mi basta. Ti ascolto e scrivo inerte senza sapere se riceverò mai una tua risposta.

Con affetto. 
Antoine

Oscar Raimondi

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