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L’Italia è Nata Romana e Cristiana: Il Natale

È ormai tradizione nel mondo occidentale che, scattate le 00:00 del primo di Novembre, l’atmosfera nelle città si faccia automaticamente più frizzantina, i negozianti cominciano a tirar fuori chilometri e chilometri di lucine a led, e le palette di colori cittadine si uniformano: il bianco, il verde, il rosso, l’oro, il blu (per i più audaci) si fanno strada dentro e fuori i palazzi, contando di restarci almeno fino al 6 di Gennaio dell’anno successivo.
Cosa sta succedendo? Semplice, si avvicina il Natale.

Natale è la festa più importante dell’anno, per motivi sia profani che religiosi: è il giorno in cui si festeggia la venuta di Cristo nel mondo, nostro Salvatore, venuto a liberarci dai peccati, ed è anche il periodo in cui sapientemente tutto il settore commerciale mondiale si adopera per organizzare collezioni ad hoc irripetibili, sconti sensazionali, occasioni da non perdere. Ma qual è la sua origine? Gesù è davvero nato a fine Dicembre?

Le prime testimonianze del Natale cristiano le troviamo in alcuni scritti del IV secolo d.C., nei quali viene anche citata la data del 25 dicembre. Nelle prime comunità cristiane, dopo un iniziale periodo in cui il Natale non figurava tra le celebrazioni religiose, vi erano notevoli discrepanze su quando fosse nato Cristo e quindi quando celebrarlo: per alcuni era nato a Maggio, per altri a Gennaio, per altri ancora a Dicembre.

Successivamente si sono affermate, nella chiesa cattolica e in quella ortodossa, due date differenti per celebrare la nascita di Gesù: il 25 Dicembre e il 7 Gennaio (questo scarto di 13 giorni è dovuto al fatto che la chiesa ortodossa segue per le proprie celebrazioni religiose, il calendario giuliano. Attualmente le chiese greco-ortodosse si sono uniformate alla tradizione cattolica per la data di celebrazione del Natale, le chiese orientali e slavo-ortodosse mantengono invece la festività tradizionale).

Andando però più indietro nel tempo, notiamo che questo periodo dell’anno era particolarmente sentito dalle religioni pagane, in particolare per quelle che avevano dei culti collegati al sole.

Nell’antichità infatti, in questo periodo si concentrano una serie di festività: molte mediorientali – poi adottate dai romani – riguardante il Sole, che in occasione del solstizio d’inverno vinceva le tenebre per tornare a splendere e aiutare i contadini coi loro raccolti. È interessante come, in alcune città in Egitto e in Arabia, la celebrazione del sole assumeva delle connotazioni a noi molto familiari: a mezzanotte i sacerdoti uscivano dai templi annunciando che la vergine aveva partorito il Sole.

D’altronde, l’aureola che vediamo circondare la testa dei santi cristiani altro non è che un prestito artistico del cerchio solare posto sulla testa del dio Apollo (ed Helios) in alcune rappresentazioni.

Un’altra festa interessante e per noi altrettanto familiare sono i Saturnalia, festa dedicata al Dio Saturno che durava approssimativamente dal 17 al 23 Dicembre 

Saturno era padre di Giove, successivamente associato al Crono greco, era dio dell’agricoltura, dio della ricchezza (per questo a volte associato anche a Plutone) e mitico regnante durante l’età dell’Oro.
La festa in suo onore era per certi versi simile al nostro carnevale, poiché tutti i ruoli venivano sovvertiti (gli schiavi si comportavano da uomini liberi e viceversa) e veniva organizzata una grande sfilata in maschera. 

Importante figura era quella del princeps, una chiara parodia del regnante. Il princeps dei Saturnalia era una sorta di maestro delle cerimonie, i cui desideri e capricci andavano obbligatoriamente assecondati. 
Egli indossava una buffa maschera e degli abiti rossi, il colore degli dei, e rappresentava quelle figure infernali che secondo la tradizione salivano sulla terra durante il periodo invernale e in particolare durante questi festeggiamenti, camminavano tra gli esseri umani.

Celebrazione inizialmente molto sanguinolenta, poiché caratterizzata da sacrifici umani fatti a Saturno, successivamente questi sacrifici sono stati sostituiti da dei regali che si usava scambiare in un giorno preciso della festività.
Un’altra particolarità di questa festa sono i colori sgargianti utilizzati dai celebranti, come rosso, giallo, verde e blu. 

La strana familiarità di alcuni di questi elementi che si sono affermati molto prima della nascita di Cristo non deve stupire, poiché si tratta di elementi ben radicati nella cultura religiosa e secolare di buona parte dei popoli che hanno poi adottato il cristianesimo, perciò sia in modo inconsapevole che in attraverso scelte pianificate, in modo tale da poter poggiare la nuova religione su delle solide basi culturali e renderne più facile la diffusione.

E con questo materiale utile a vivacizzare ogni conversazione per il dicembre di ogni anno a venire, vi auguro buone feste.

Annabella Barbato

SITOGRAFIA

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