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Le imprese eccezionali – I Gemelli Gelateria

L’impresa eccezionale è essere normale” cantava Lucio Dalla; oggi questa affermazione si rispecchia nel mondo del lavoro, dove le piccole e medie imprese per sopperire alle tante difficoltà e per sopravvivere in una condizione di normalità sono costrette ad essere eccezionali.
La disillusione vi propone una serie di interviste a piccoli imprenditori: persone normali che riescono nell’impresa eccezionale di portare avanti la propria attività.
Oggi vi portiamo a conoscere la storia della gelateria artigianale I Gemelli Gelateria in via Mario Musco 44/46 a Roma.

 

Buongiorno e benvenuti su La disillusione. Per chi non vi conoscesse lasciamo che siate a voi presentare voi stessi e la vostra attività.
M: Buongiorno a tutti, siamo Davide e Matteo, siamo due giovani imprenditori, i proprietari de I Gemelli Gelateria e siamo, appunto, due gemelli per davvero.
E questo spiega anche il nome.
M: È stato molto semplice trovarlo.
È un tratto distintivo, non sono molte le attività gestite da due gemelli.
M: No, effettivamente. Devo dire che ci aiuta molto anche il nostro rapporto: due fratelli possono prendere anche due strade separate, ma nel nostro caso il lavoro ci ha unito ancor di più.
D: Sì, infatti il nome è facile, intuitivo, ti arriva subito. Quindi ci abbiamo messo veramente poco a trovarlo.
M: Anche se qualcuno pensa sia il segno zodiacale.
D: Poi ci vedono e non ci sono più dubbi. Sì, è stato facile… Perché poi di solito scegliere il nome di un’attività è complicato, perché non ti dico che sia il segno distintivo però ti riconoscono da questo: è un marchio vero e proprio. E infatti noi l’abbiamo registrato.

 

Che cosa vi ha spinto a scegliere questo percorso professionale?
D: La nostra è una passione che nasce dai nostri nonni e dai nostri zii su in Romagna: sono sessant’anni che fanno gelato lì e noi siamo cresciuti dentro le gelaterie; naturalmente questo ci ha portato poi a capire che era questa la nostra strada: bisogna studiare tanto, non è facile, ma comunque avevamo già l’obbiettivo di aprire una gelateria.
M: Già dieci anni fa in realtà.
D: Abbiamo iniziato a lavorare a diciassette/diciotto anni, ma noi sapevamo già in quel periodo quello che volevamo fare. Abbiamo faticato tra call center, uffici, abbiamo fatto di tutto…
M: Contratti a tempo determinato…
D: Con l’unico obbiettivo di aprire il negozio.
M: Il nostro negozio.

 

Quanto è difficile avere e mandare avanti un’attività in questo Paese? E quali sono state e quali sono le principali difficoltà che avete incontrato?
M: Dal momento in cui abbiamo deciso di aprire il negozio, tra il cercare il locale adatto, la zona adatta e tutto il resto, considera che sarà passato un anno e mezzo: la burocrazia naturalmente qui non aiuta. Noi siamo partiti da zero, non avevamo quasi nulla da parte eccetto qualche piccolo risparmio nostro, quindi è stato difficile trovare anche i finanziamenti per avviare l’attività. Poi casualmente siamo venuti a conoscenza del CNA che mette a disposizione un microcredito per le piccole imprese che ci ha aiutato ad andare avanti nel nostro progetto. Però effettivamente il problema è che è già complicato portare avanti un’attività già aperta e avviata, perché tra tasse e problemi burocratici è già difficile, ma aprirla lo è ancora di più.
D: Sembra quasi lo facciano per non farti aprire il negozio.
M: Esatto, quasi ti scoraggiano. La non informazione e il non sapere dove andare a chiedere o a informarsi è una cosa che ti abbatte totalmente.
D: Non è che te li debbano regalare, non siamo andati a cercare soldi a fondo perduto… C’è stato un periodo veramente scoraggiante: i fondi che avevamo non erano enormi, non avevamo una liquidità tale da permetterci di cominciare i lavori… C’erano giorni in cui davvero non sapevamo che cosa fare.
M: Noi inoltre abbiamo avuto un problema con l’elettricità: siamo stati bloccati per quattro mesi perché la gestione precedente aveva un debito con la società fornitrice d’energia; noi abbiamo dovuto pagare il debito…
D: Debito non nostro.
M: Per potere chiedere il nuovo contatore. Siamo stati due mesi qui con l’operaio che aveva un suo piccolo generatore. È stato veramente massacrante, però se ti piace lo fai. Adesso che siamo riusciti ad aprire la nostra attività, fondamentalmente grazie all’aiuto del CNA e del piccolo fondo che ci ha messo a disposizione, quando ci vengono a chiedere ‘Mai voi come avete fatto?’, noi li indirizziamo lì direttamente. Fortunatamente c’è il passaparola tra persone, perché effettivamente su internet e sui giornali non c’è nulla. Questa è la più grossa difficoltà che si incontra per aprire un’attività. Per facilitare l’apertura di un’attività ci deve essere informazione sulla tipologia di finanziamenti. Aggiungo poi tra l’altro che quando noi abbiamo deciso di aprire il negozio era il periodo del Microcredito 5 Stelle, però era difficilissimo ottenerlo.
D: Matte’ ma ti ricordi quel giorno che siamo andati in quell’ufficio e non c’era nessuno? Non sapevano nemmeno di che cosa stessimo parlando… Tu andavi sul sito e c’era una lista di indirizzi: noi siamo andati in uno di questi e non sapevano nemmeno di che cosa si stesse parlando! Non c’è informazione! Siamo quasi nel 2020, ci sono dei siti che sono impossibili da utilizzare: i siti della pubblica amministrazione poi! A dei ragazzi, che comunque hanno la capacità di muoversi nel web, non dai la possibilità di utilizzarli, perché non c’è niente! E questa è una cosa assurda! E poi naturalmente tutta la burocrazia… Perché questi sono i problemi dell’inizio ma poi viene anche il dopo. Se tu devi fare una cosa, mettere una luce all’esterno, i secchi dell’immondizia, le tende, per esempio, devi chiedere l’autorizzazione e ti fanno aspettare sei mesi.
Di nuovo, sembra che ti vogliano scoraggiare…
M: Sicuramente l’intento non è quello, però quello è l’effetto.
D: Che poi i negozianti, tutti, sono il portafogli del comune, il bancomat del comune, perché per qualsiasi cosa chiedono a noi i soldi. Comunque, riassumendo, il problema fondamentale è la burocrazia, ma non diciamo nulla di nuovo. Il discorso qual è? Che chi non la vive non lo capisce.
Superati i problemi, che cosa auspicate per il futuro della vostra attività?
D: Diciamo che noi qualche progetto ce l’abbiamo ed è quello di migliorarci sempre di più, di ampliare il marchio, magari aprire altri negozi.
M: Quello è il sogno…
D: L’obbiettivo! È il sogno e l’obbiettivo.

Per concludere: qual è il segreto di un buon gelato e perché qualcuno dovrebbe venire a prenderlo proprio da I Gemelli?
M: Il segreto di un buon gelato, che poi vale per tutte le cose che si mangiano, è quella della qualità delle materie prime, ma anche il saperle utilizzare è importante: perché si possono anche prendere materie prime costosissime e buonissime ma se non sai come utilizzarle non rendono al meglio. E poi la banale passione in realtà.
Che non è tanto banale.
D: Principalmente noi ci poniamo anche questo come obbiettivo, giornaliero proprio: noi facciamo il gelato fresco. Tutti i giorni. Tutti i giorni facciamo il gelato: quindi oltre alla materia prima, che è importantissima come diceva Matteo, è la freschezza del gelato che fa la differenza. Chi viene a mangiare il gelato da noi mangia il gelato fresco.
M: Perché non è il gusto in realtà la cosa più importante nel gelato, ma la sensazione che ti lascia dopo che l’hai mangiato, perché è quella che il cuore, la testa, il cervello, i muscoli, la lingua e tutto il resto si ricordano: la sensazione del buon gelato che hai mangiato. Perché il gusto buono si trova, ma è il fatto della freschezza e della quotidianità che ti dà la sensazione.
D: Noi abbiamo fatto una scelta: pochi gusti, noi d’estate ne abbiamo sedici più le granite e d’inverno scendiamo a dodici, perché se non vuoi sprechi e vuoi il gelato fresco non puoi fare diversamente. Questa è stata proprio una scelta: non abbiamo voluto fare una gelateria con cento gusti. Pochi gusti ma preparati tutti i giorni: questo è il nostro credo. Lavoriamo sui classici, ogni tanto inseriamo qualche chicca perché comunque ci piace sperimentare e divertirci.
M: Anche perché la nostra benzina è la curiosità. Perché poi c’è anche uno studio sotto: c’è bisogno di fare prove, di bilanciare bene la ricetta…

Quanto gelato mangiate prima di proporlo al pubblico?
M: Ma in realtà poco, lo sai?
D: Lo assaggiamo. Tutto ciò che viene messo in banco e in vetrina viene prima assaggiato. Mangiamo poco ma assaggiamo tanto. Il gelato, prima di piacere al cliente, deve piacere a noi.

 

Davide e Matteo, grazie per il tempo che ci avete dedicato e in bocca al lupo per la vostra attività.

 

Danilo Iannelli 
Paolo Palladino

 

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La disillusione non ha alcun tipo di rapporto commerciale ed economico con le aziende incontrate e la selezione delle stesse ai fini dell’intervista avviene sulla base dei gusti personali degli intervistatori.

 

 

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