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Un nuovo inizio

La nomina di Antonio Conte come nuovo allenatore dell’Inter ha inevitabilmente alzato le aspettative dei tifosi e della stampa, che adesso si aspettano di vedere completato il lavoro iniziato da Luciano Spalletti. Agli ordini del tecnico toscano l’Inter è riuscita a qualificarsi per ben due volte alla Champions League, interrompendo un digiuno che durava dal 2012.

 Il lavoro di Conte è iniziato l’8 Luglio con il ritiro a Lugano, dove è stata svolta la parte principale della preparazione atletica e si sono viste le prime prove tattiche di 3-5-2. Poco rilevanti i risultati sotto questo punto di vista data l’assenza di Lautaro Martinez impegnato nella Coppa America, quella di Politano dovuta ad uno stop fisico, e la ben nota situazione da separato in casa di Mauro Icardi. Tutte queste defezioni hanno portato  il tecnico salentino a schierare come punte Longo e Esposito, due giocatori che difficilmente faranno parte della rosa definitiva. 

 Per quanto riguarda gli esterni di centrocampo Conte ha espresso dubbi riguardo l’impiego di Perisic in tale posizione, definendolo idoneo alla sola posizione di attaccante, ruolo nel quale sarebbe comunque adattato. Una bocciatura del genere libera lo spazio a Dalbert, giocatore per il quale il neo-tecnico ha espresso parole di stima, sulla fascia sinistra. Sul fronte destro invece a giocarsi il posto saranno il nuovo arrivato Lazaro, già ai box per un problema muscolare, e Antonio Candreva. D’Ambrosio, nelle partite con Lugano e Manchester United, è stato abbassato nei tre di difesa, ruolo nel quale verosimilmente giocherà nel corso della stagione come primo sostituto del trio Skriniar-De Vrij-Godin.

 Sabato scorso l’Inter ha fatto il suo esordio nella International Champions Cup, sfidando a Singapore il Manchester United di Solskjear. Le cose non sono andate molto bene per nerazzurri che hanno mostrato difficoltà sia nello sviluppo del gioco, che nella fase difensiva dove troppo spesso e troppo facilmente gli esterni dei Red Devils riuscivano a infilarsi tra le linee, sfruttando gli errori di ripiegamento degli esterni. 

Una sconfitta e una brutta prestazione che, seppur arrivati in una amichevole di poco conto, hanno subito accesso il carattere di Conte che ha fine partita ha usato parole dure nei confronti della sua squadra chiedendo di più ai suoi giocatori e ribadendo alla società l’esigenza di nuovi arrivi.

A tal proposito sarà importante il vertice tra l’allenatore e i dirigenti che si incontreranno a Nanchino, che oltre alla sede dell’amichevole tra Juventus e Inter è anche la città che ospita la sede legale di Suning, la società cinese proprietaria dei nerazzurri. Conte vorrebbe l’arrivo di almeno due attaccanti per completare la rosa, ai quali però sarà difficile arrivare senza la preventiva cessione di Mauro Icardi.

Intanto la preparazione proseguirà in Cina fino al 27 Luglio quando andrà in scena a Macao Inter-PSG. Il ritorno in Europa vedrà la squadra di Conte ospite del Tottenham prima e del Valencia dopo.

Enrico Izzo


Foto: www.imagephotoagency.it

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Qual è la vera Inter?

La prestazione di domenica sera dell’Inter nella partita contro la Lazio ha messo in mostra tutti i difetti del club meneghino, legati più alla fase di possesso che a quella di ripiegamento. Malgrado il dominio nel possesso palla sia stato favorevole la squadra non è riuscita a capitalizzare la poche palle gol concesse dai capitolini.

Chiaramente l’assenza di una punta di ruolo fra i giocatori a disposizione non ha facilitato il compito di Spalletti.

Non essendo disponibili Icardi e Lautaro Martinez, il ruolo di centravanti è stato affidato a Keità Baldè, che in carriera ha quasi sempre giocato come esterno offensivo. In realtà Keità aveva già ricoperto il ruolo di punta centrale, durante la sua ultima stagione alla Lazio, seppur interpretandolo in maniera diametralmente diversa rispetto agli altri attaccanti a disposizione di Spalletti.

Un giocatore come Keità infatti predilige un lavoro legato all’attacco della profondità. Ciò però non è mai accaduto nel corso della partita per svariati motivi, ma principalmente perché la Lazio non ha mai concesso campo all’Inter. Il vantaggio arrivato dopo solo 12 minuti ha permesso alla retroguardia biancoceleste di non doversi mai scoprire più del dovuto, senza così concedere ripartenze agli avversari. Purtroppo però l’Inter non è riuscita a sfruttare le caratteristiche del senegalese, che non è riuscito ad impattare nessuno dei numerosissimi cross messi in mezzo dagli esterni.

L’incapacità dei giocatori di Spalletti a sviluppare il gioco è evidente a tutti da qualche mese a questa parte, ma le vittorie contro la Spal e quella nel derby con il Milan avevano ridato vita ad un’ambiente che appena una settimana dopo ha dovuto fare i conti con la realtà.

Nonostante il 60% di possesso palla gli attacchi in zona centrale sono stati solo 11 rispetto ai 74 nati dalle fasce (36 da destra e 38 da sinistra). L’utilizzo di Borja Valero come trequartista non ha dato i frutti sperati e anzi ha solo rallentato lo sviluppo delle azioni interiste. L’ingresso di Nainggolan ha dato un po’ di imprevedibilità in più ma non è stato in grado di dare la svolta ad una partita bloccata.

Di contro, la partita giocata contro il Milan aveva messo in evidenza gli aspetti migliori del gioco nerazzurro, come gli inserimenti di Vecino, che inizia l’azione del primo gol e la finalizza con un tap-in sotto porta, o la qualità di Politano che prima serve l’assist per il gol di De Vrij e poi guadagna il rigore del 1-3.  La scarsa continuità della squadra fa porre a tutti la stessa domanda: qual è la vera Inter? La squadra lenta e impacciata vista con la Lazio o quella aggressiva e arrembante vista nel derby?

Nel turno infrasettimanale l’inter avrà la possibilità di rilanciarsi contro il Genoa di Prandelli. In campo si rivedrà finalmente Icardi ma ciò non può far star tranquillo Spalletti, che vedrà la sua squadra dover affrontare una squadra con caratteristiche quasi opposte a quella della Lazio. Infatti se il Genoa dovesse scendere in campo con un 4-4-2 le fasce sarebbero a dir poco intasate dai giocatori in maglia rossoblu.

Se così dovesse essere l’Inter dovrà necessariamente sviluppare il gioco per vie centrali per creare pericoli alla porta difesa da Radu, senza però rinunciare ai traversoni in area di rigore alla ricerca della testa del ritrovato (ex)capitano.

Enrico Izzo