Si chiama Marta, ha solo 19 anni, è veneziana, di cognome fa De Vivo ma questo quasi nessuno lo sa, perché su Instagram è per tutti martaforfew. Blogger a tutto tondo, con i suoi video in cui parla di economia, politica e società ha rivoluzionato il modo di fare informazione, conquistandosi una fetta di pubblico che ormai conta quasi cinquemila unità ed è in costante crescita. La sua community è un fermento di energia creativa e passione, e dopo averla seguita fin dai suoi albori (eravamo ancora a tre cifre) ho avuto il piacere di intervistarla in diretta, ovviamente su Instagram, qualche giorno fa. Molti sono stati i temi toccati, ai quali vorrei aggiungere in fase di postproduzione quello della campagna #insiemeavoi, lanciata ahimé dopo la diretta, che ha l’obiettivo di incentivare il consumo e aiutare i piccoli commercianti a non farsi sopraffare dalla grande distribuzione e riuscire a superare questa crisi. Come coautore assiame a Danilo Iannelli della rubrica “Le imprese eccezionali”, che in tempi in cui il coronavirus non era un problema neanche cinese aveva già iniziato a trattare il tema, non posso che aderire con convinzione.
L’articolo che andrete a leggere è ovviamente per sua conformazione diverso dalla diretta, essendone poco più che un pallido riflesso, ma offre ugualmente un prezioso spaccato sul martaforfew-pensiero.
Come prima domanda voglio chiederti: come è nata martaforfew?
Martaforfew è nata da un bisogno di comunicare molto forte: io ho sempre avuto già dai tempi della scuola il bisogno fortissimo di comunicare; non perché abbia intenzione di insegnare qualcosa, ma perché penso di poter essere un esempio per chi ha voglia di dire la propria, nonostante a volte ci si senta impediti nel farlo. Ho una passione smisurata per quello che faccio: paradossalmente potrebbe anche non esserci un pubblico per quello che faccio ma lo farei lo stesso; non lo faccio per cercare attenzione ma perché mi piace e per tentare di condividere con più persone possibili questa mia passione.
Mi piace sottolineare come i nostri abbiano un’origine comune: la volontà di esprimersi e comunicare.
È un’esigenza molto forte quella di raccontare al mondo se stessi e chi si è davvero. Il mio intento è quello di creare un posto dove i ragazzi si sentano a casa.
Qual è secondo te la principale differenza tra il tuo modo di fare informazione sui social e un giornalista professionale?
Il giornalista intervista persone per avere una notizia, io intervisto persone anche per avere una notizia, ma soprattutto per dare un ritorno a chi mi segue, per crescere insieme. Ho intervistato politici come Cappato, Civati e Cottarelli, ma anche persone lontane da questo mondo: ho intervisto un ragazzo che aveva un’agenzia di modeling, Sergio Pitrone; Federico Stefano, un ragazzo che gestisce una start-up che si chiama Vaia, che nasce con l’obiettivo di aiutare l’ambiente. Spesso mi è stato rimproverato di dare troppo spazio al pubblico: ma l’obiettivo dare voce a tutti e non solo al personaggio che sto intervistando. Uno dei miei slogan è: dare voce ai giovani! Non voglio essere io la protagonista ma sono loro. I social servono proprio a questo, a dare voce a tutti e a socializzare: tante volte chiedo ai miei follone chi vogliono che io intervisti e se poi è raggiungibile la contatto.
Che cos’è per te una notizia? E poi: in base a cosa decidi quale notizia analizzare nei tuoi video?
Innanzitutto c’è un distinguo tra la notizia video e la notizia scritta. In video esprimo maggiormente la mia opinione, invece per iscritto è più oggettiva. Quello che per me è una notizia è un qualcosa che ti deve portare a far riflettere.
Una differenza ulteriore potrebbe essere che quando si fa una notizia video c’è una parte in più: le nostre facce. Volevo chiederti: nel creare una notizia video che possa avere la maggior diffusione possibile, quanto conta l’immagine?
L’immagine è certamente importante: ci sono tante persone che hanno tante cose interessanti da dire ma non hanno un aspetto piacente; poi ovviamente dipende anche dalla nicchia di pubblico a cui miri. Siamo chiari: sui social si dà tanto spazio a ciò che è superfluo, quindi se si aspira a numeri incredibili è un aspetto molto importante. Poi comunque quello che conta è la qualità dei contenuti; l’estetica è importante ma in questo campo, quello della comunicazione, non è quello che ti garantisce il successo.
Hai da poco lanciato il tuo sito www.martaforfew.it; com’è nato e com’è stato spostarsi su un nuovo supporto?
Il sito nasce da una forte esigenza di raccontare le cose in una maniera più approfondita e dettagliata. Sui social è tutto molto veloce e non si riesce a curare troppo nei dettagli la notizia. La creazione del sito è stata un’operazione difficile: non ero capace di farlo in maniera corretta e ho avuto la fortuna di incontrare un grafico che mi aiutasse, Edoardo Sicuranza, e grazie a lui sono riuscita a creare un buon sito web, con una grafica accattivante e intuitiva, a mia immagine e somiglianza. Una critica che ho ricevuto è stata quella inerente all’utilizzo del rosa nella grafica del sito, ma il rosa è un colore che mi definisce perché è da sempre stato il mio colore preferito e ho voluto inserirlo per renderlo più personale. Il sito comunque non è mio, ma è nostro: ho intenzione di condividere al massimo questo progetto con chiunque volesse partecipare.
Un’ultima domanda: tra i personaggi che hai intervistato chi è quello che ti ha trasmesso di più?
Sceglierne uno è difficile, te ne dico due. Il primo è Cappato: è una persona molto competente, al di là della fede politica, e quando parla mostra tutta la sua competenza e l’attaccamento ai suoi ideali; mi ha parlato in maniera molto semplice e lineare di argomenti molto complessi, come il cambiamento climatico, le tecnologie, la scuola e il lavoro e tutto ciò lo fa con una passione immensa. Il secondo è distante dal mondo politico ed è quasi un unicum per le mie interviste: Sergio Pitrone, un ragazzo che ha un’agenzia di modeling; l’ho invitato a parlare e mi ha sorpreso perché nonostante non avesse a che fare con gli argomenti che di solito tratto la sua intervista è stata la più seguita, la più vista e la più commentata. Mi ha trasmesso molta intraprendenza e coraggio.