Una sacca
Da cui nessuno scappa
Scandita dallo sciabordio
D’una risacca
Moto ritmico
Che mai fiacca
S’infrange e consuma
Ma il lordore
Del primitivo dolore
Mai sciacqua
È tempesta
Se tenti di trattenerla
Ti tormenta
Col suo battito
Nell’ora più funesta
È bonaccia
Nauseante e piatta
Che ti strazia
Come più gli piaccia
Mentre paziente solca
La tua faccia
E poi di colpo
Per quanto ci si abbranchi
Come un polpo
Assordante baraonda
Affonda e frastorna
Arriva un’ultim’onda
Che più non torna
E scappa via
Come un ladro
Col suo maltolto.