Tra le applicazioni dell’ingegneria proteica c’è la possibilità di generare delle proteine di fusione. Queste sono generate dalla fusione della sequenza codificante per una proteina di interesse con la sequenza codificante per un tag, che può essere un peptide o anche una proteina e può essere inserito all’N o al C terminale della proteina d’interesse. Esperimenti che sfruttano questi tag possono avere scopi differenti. Ad esempio è possibile purificare la proteina di fusione sfruttando un anticorpo che riconosca in maniera specifica il tag, oppure utilizzarne uno che influenzi la stabilità e la solubilità di quella proteina. In questo variegato panorama di peptidi e proteine ne spicca sicuramente una, che in basa alla sua peculiare capacità di essere fluorescente ha cambiato il modo osservare e studiare diversi fenomeni – la GFP. Continua a leggere
