Sì, è vero, più di uno specialista ce ne ha sempre parlato: scrivere fa bene! Ma a cosa, e perché? Continua a leggere

Sì, è vero, più di uno specialista ce ne ha sempre parlato: scrivere fa bene! Ma a cosa, e perché? Continua a leggere
“Scrivo perché non ero dotato per il commercio, non ero dotato per lo sport, non ero dotato per tante altre, ero un poco…, per usare una frase famosa [di Sartre], l’idiota della famiglia… In genere chi scrive è uno che, tra le tante cose che tenta di fare, vede che stare a tavolino e buttar fuori della roba che esce dalla sua testa e dalla sua penna è un modo per realizzarsi e per comunicare.”
Così risponde Italo Calvino ad una delle tante domande a tema sul “perché scrivi?”, che personalmente da amici, ammiratori e giornalisti gli sono state poste nel tempo della sua vita.
Eppure, in questa dichiarazione in cui traspare un’idea di scrittura come ultimo salvagente per gli incapaci, si innalza, nella descrizione del mestiere dello scrittore, a toni bassi e quasi comici, un moto d’orgoglio accompagnato da un istinto indomabile e implacabile. Continua a leggere
La scorsa settimana in un articolo mi ero occupato degli ultimi momenti della vita di Yukio Mishima, uno degli scrittori più influenti nella storia del Giappone moderno. È obbligatorio scrivere “uno degli scrittori più influenti” e non “lo scrittore più influente” perché negli ultimi decenni si è affermato nel panorama letterario mondiale un altro gigante proveniente dal Paese del Sol levante: Haruki Murakami. Le M&M’s in salsa nipponica sono legati da poche somiglianze (oltre all’iniziale e al Paese d’origine c’è quasi nulla) e molte differenze, alcune letteralmente diametrali. Continua a leggere
La prima volta che presi in mano un romanzo di uno scrittore giapponese fu ormai quattro anni fa, “Io sono un gatto” di Natsume Sōseki. Mi innamorai dopo neanche una decina di pagine dello stile delicato e sognante, capace di mettere ragionamenti di filosofia e decadenza morale nella bocca di un gatto, e ciò nonostante di farlo sembrare perfettamente normale, come se un gatto non potesse per sua natura far altro che ragionare del corso della storia. Quella leggerezza l’ho poi ritrovata in Yusunari Kawabata e in Jun’ichirō Tanizaki, per arrivare infine alla sublimazione definitiva: gli scritti di Yukio Mishima. Continua a leggere
Il blocco dello scrittore è la piaga peggiore che possa affliggere la produttività di uno scrittore. E’ probabilmente il virus più letale che infetta chi vorrebbe o dovrebbe produrre materiale scritto: colpendo con infida cattiveria, rende nulle le capacità artistiche. E’ in seguito ad un episodio personale di blocco creativo che ho deciso di analizzare questo problema per capirne le cause principali e il modo più efficace per debellarlo. Continua a leggere