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Solo è meglio: perché andare al cinema da soli è un vantaggio?

Per quale motivo si tende a non voler uscire, o comunque a non voler passare del tempo da soli condividendo qualcosa solamente con sé stessi, quando non troviamo compagnia?

Per fare qualcosa che ci piace non dobbiamo necessariamente aspettare gli altri: rischieremmo di perderci quel determinato film o spettacolo, o quella determinata mostra, solamente perché “nessuno mi ci ha accompagnato”! Molto spesso si pensa che recarsi in un determinato luogo da soli (in particolare al cinema, a teatro o in un museo) sia da sfigati. Quante volte ci è capitato di giudicare qualcuno che stesse mangiando da solo al proprio tavolo in un ristorante? “Che tristezza mangiare fuori da solo, io non lo farei mai” è quello che automaticamente si pensa alla vista di qualcuno che consuma il suo pasto silenziosamente, senza conversare o scambiare opinioni con nessuno. Ma piuttosto che sul caso del ristorante, un contesto nel quale è quasi necessariamente richiesta una conversazione (sebbene anche questa rappresenti una convenzione un po’ attempata), soffermiamoci invece sui casi nei quali non è assolutamente richiesto uno scambio di pareri: quando andiamo a vedere un film al cinema con qualcuno, durante la proiezione non sarà necessario tenere una conversazione. Il film si guarda, si assimila e si critica attraverso i propri filtri mentali, e poi, solamente a posteriori, si commenta con l’altro.

“Guardare un film è come leggere un libro”, ci spiega Hayley Schueneman, giornalista di The Cut. “Prima lo si legge da soli, poi lo si discute con gli altri che l’hanno letto.” Allo stesso modo, quando si va a vedere uno spettacolo teatrale o una mostra, l’esperienza sarà totalmente individuale: quante volte ci è capitato di visitare un museo o una galleria d’arte con qualcuno e di ritrovarci solamente alla fine del percorso nel negozio dei souvenir, perché ciascuno ha guardato e studiato le opere secondo i propri ritmi, senza curarsi minimamente dell’altro?
“Le persone non fanno altro che rinunciare a fare qualcosa solo per il fatto che sono sole”, ci spiega Rebecca Ratner, professoressa di marketing alla Robert H. Smith School of Business. “In questo modo ci si perde un bel po’ di divertimento, perché ci si sente esageratamente a disagio. Siamo convinti che non ci divertiremmo perché siamo preoccupati di quello che penseranno gli altri a vederci da soli. Finisce che rimaniamo a casa invece di uscire perché abbiamo paura che gli altri penseranno che siamo degli sfigati.”

Ci sono svariate ricerche che dimostrano quanto costantemente esageriamo l’interesse degli altri nei nostri confronti. Il fenomeno è ben conosciuto e in psicologia ha anche un nome: l’effetto riflettore. In sostanza viviamo convinti che un faro ci illumini costantemente attirando su di noi le attenzioni degli altri; e uno studio del 2000 condotto da Thomas Gilovich ha scoperto che le persone modificano regolarmente il loro comportamento in base alla prospettiva altrui, anche se le loro azioni non vengono assolutamente notate. In sintesi, viviamo nel costante terrore di essere giudicati, e non riconosciamo, svalutandolo, il piacere della nostra compagnia: tendiamo a confondere l’essere soli con il sentirsi soli, e crediamo che qualcun altro possa intrattenerci in maniera migliore.
Bisogna dare spazio all’immaginazione, incanalare la propria attenzione e il proprio focus in un’attività che possa ispirare la nostra creatività e spiritualità. Questo è il primo step che ci porterà a godere della nostra stessa compagnia” ci assicura Ross Rosenberg, psicoterapeuta e autore. Secondo molti psicologi, infatti, dedicarci ogni giorno a qualcosa che ci piace realmente e che condividiamo solo con noi stessi aiuta a conoscerci e ad instaurare un rapporto di maggiore stima e apprezzamento nei nostri confronti. Perché allora non tentare di uscire dalla nostra comfort zone e fare qualcosa di realmente piacevole pensando solamente a noi stessi piuttosto che al giudizio altrui? Pensiamo, piuttosto, a quanto ci sentiremo soddisfatti dopo aver fatto qualcosa che avremmo voluto fare a prescindere dalla compagnia. Basta poco: prepariamoci, usciamo e presentiamoci all’appuntamento con noi stessi!

Francesca Moreschini

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