Tutti dicono che sei forte e capace
ma io non capisco,
sciocchi speranzosi.
Io solo conosco il dolore
sotto quegli occhi ardenti di brace.
Io non ti conosco
e non ti voglio vedere,
édere
davanti agli occhi mi farò crescere,
così quando mi chiederai di guardarti
ti dirò che non posso,
sono impossibilitata
giustificata.
Ma in realtà sono nel fosso,
codarda, nascosta.
E dal dolore riderai
nel renderti conto che non ti amo.
E siamo fermi
L’uno davanti all’altro,
pazientiamo.
Lo sai che provo tenerezza per te,
per quello che ti è successo.
Ma quello che non ti ho detto
è che anche questo sentimento
porta con sé del giudizio.
Non ti mento,
ti vedo piccola e indifesa,
spesso in bilico su un possibile precipizio,
e invece di ringraziarti,
ti guardo con pena.
Non so dire altro che “Poverella!”.
Tu sulla tua altalena.
Io vado avanti con la mia cantilena.
Vivo ad un passo dal tuo corpo
e alle tue azioni lancio occhiate di disprezzo.
Sono a poco dall’accoglimento,
eppure, scelgo il ribrezzo.
Condanno i tuoi pensieri,
perché ne ho paura.
È questo il segreto che ti confesso.
Atto di abiura.
Che forse sei tu
che per me puoi provare compassione.
E perdonarmi.
Accorciamo questa scissione.