Da: fortunatovittorio@hmail.com
A: lucreziasoriano@libreriailcorvo.it
Oggetto: Torniamo al romanzo
Cara Lucrezia,
l’amore nelle sue varie sfaccettature rientra nella casistica dell’irrazionalità e dell’istinto, e ci vuole un gran talento per schiacciare due campi come questi in poche semplici parole… Sarà per questo che mi non mi ci trovo bene. A essere sincero fino in fondo, però, devo ammettere che non ho neanche mai provato a farlo: magari se riuscissi a vincere le mie stesse resistenze potrei tirar fuori il più grande romanzo erotico del ventunesimo secolo (e non è che ci vorrebbe tanto, visti i concorrenti), ma onestamente continuo a dubitarne. Lascio l’onore della scrittura erotica a chi ne è capace.
A tal proposito, ritorniamo al tuo romanzo! Ho letto il capitolo che mi hai mandato, ed è veramente ben fatto. Cioè, non mi aspettavo – perdonami la mancanza di fede – che tu riuscissi a rendere… Quell’avvelenamento… Così bene. Personalmente credo che io non riuscirei a delineare così bene una scena del genere neanche se ne avessi avuto davanti una fotografia, ma tu sei stata magistrale.
Per il prossimo omicidio, che ne dici se ritorniamo su parametri più canonici? E per “canonici” ovviamente intendo tipo l’esplosione di un palazzo o un lancio in orbita senza tuta da astronauta, cose così, sia ben chiaro.
Baci,
Vittorio
Da: lucreziasoriano@libreriailcorvo.it
A: fortunatovittorio@hmail.com
Re: Torniamo al romanzo
Caro Vittorio,
sono felice che ti sia piaciuto l’ultimo capitolo. Sei troppo modesto: volevo solo schernirti! Sono certa che con la teoria andresti bene quanto – e forse addirittura meglio – della pratica! Dovresti vincere queste tue reticenze e metterti a scrivere: magari potresti essere il prossimo caso editoriale! Sarei ben felice di ospitarti nella mia libreria per la presentazione del tuo intrigante romanzo erotico!
Comunque, senza fantasticare troppo, torniamo a pensare alla stesura del thriller che – dato che è a buon punto – è assolutamente più realizzabile.
Questa volta la sventurata vittima è una donna: cercava un romanzo intriso di eros, ma non nel senso stretto della parola; diceva alla libraia killer di voler leggere un testo lussurioso, ma non soltanto sotto il profilo del tema, ma anche sotto il profilo linguistico e della narrazione. La libraia killer non ha potuto fare a meno di consigliarle Il piacere del vate D’Annunzio: ne ha letto una manciata di pagine e lo ha rimesso sullo scaffale dicendo che non si capiva nulla! Come possiamo eliminare quest’arida e ingrata cliente?
Un bacio,
Lucrezia.
Da: fortunatovittorio@hmail.com
A: lucreziasoriano@libreriailcorvo.it
Re: Torniamo al romanzo
Cara Lucrezia,
innanzitutto è doveroso che io faccia una premessa: non sono troppo in disaccordo con “quest’arida e ingrata cliente”. Iniziai a leggere “Il piacere” di D’Annunzio un paio d’anni fa, in treno, e riuscii a terminarlo soltanto diversi mesi dopo, addirittura cinque se non erro. Quasi due stagioni per leggere poche centinaia di pagine. Per me è inconcepibile.
Non che non avessi il tempo, è che proprio non mi attirava. Nonostante ciò, decisi di portarlo a termine anche solo per rispetto di un nome così illustre, che tanto avevo apprezzato nei versi dell’Alcyone.
Vorrei pertanto trovare una morte il più caritatevole possibile per questa sfortunata cliente.
Uno dei momenti secondo me più intensi del romanzo è il duello tra il protagonista, Andrea Sperelli, e l’offeso amante di una delle tante nobildonne che aveva tentato di sedurre, Giannetto Rutolo, dal quale Sperelli esce fuori vivo a stento. Potremmo rievocare la stessa scena. La nostra cliente ovviamente non sarebbe un’esperta nella scherma, e verrebbe trafitta al cuore al primo affondo di lama.
Che ne dici? La nostra libraia la sa maneggiare una spada?
Un bacio,
Vittorio
Da: lucreziasoriano@libreriailcorvo.it
A: fortunatovittorio@hmail.com
Re: Torniamo al romanzo
Caro Vittorio,
mi dispiace che non sia riuscito ad apprezzare appieno un capolavoro del genere! Forse eri solo troppo giovane, oppure non era il momento giusto per leggerlo; con l’esperienza ho capito questa cosa: ogni libro ha un’età e un momento giusto per essere letto. A volte ci scontriamo con libri universalmente considerati dei capolavori ma che invece noi non riusciamo ad apprezzare, finendoli di leggere a fatica o addirittura non terminandoli affatto. Significa che non era il momento giusto, tutto qui.
Comunque, tornando al romanzo, trovo che la tua – come al solito – sia un’ottima idea: certo che la nostra libraia sa manovrare una spada, ci mancherebbe! Verrà trafitta con una spada! Mi sembra una morte abbastanza mirabolante per la nostra temibile e insospettabile libraia killer!
Mi metto a scrivere allora!
Grazie Vittorio.
Un bacio sempre più riconoscente,
Lucrezia.
Danilo Iannelli
Paolo Palladino
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