C’è qualcosa di strano nella Premier League di quest’anno.
E no, non mi sto riferendo alla presenza di Sarri sulla panchina del Chelsea o quella di Alisson fra i pali di Anfield Road. Più che di una presenza, ciò che ci fa percepire tutto diverso è un’assenza.
Questo è infatti il primo anno, da più di vent’anni a questa parte, che a Londra nei pressi di Highbury e Islington non si vede un canuto signore francese con la cravatta rossa e un piumino nero e lungo: Arsene Wenger.
L’ex-allenatore dell’Arsenal è probabilmente il più controverso nella storia a causa del rapporto di amore/odio con i propri tifosi, divisi tra chi lo ama ancora alla follia per l’incredibile stagione degli “Invincibili”, nel 2003/2004, e chi lo biasima per la mancanza di concretezza, e trofei, negli anni successivi.
I Gunners, sperando di riuscire ad aprire un nuovo ciclo vincente, hanno affidato la panchina ad Unai Emery, il quale è riuscito a dare in poco tempo certezze alla squadra nonostante un avvio di campionato a dir poco complesso contro Chelsea e Manchester City alle prime due giornate.
Dopo le due sconfitte iniziali l’Arsenal ha inanellato una serie di 10 vittorie consecutive tra Premier League, Europa League e Carabao Cup e ora si candida ad essere una delle candidate per concorrere al titolo, anche se forse manca ancora qualcosa rispetto a squadre più attrezzate e con più esperienza come Manchester City e Liverpool.
Dal suo arrivo Emery ha lavorato per impostare la squadra a giocare solo con il 4-2-3-1, al contrario di Wenger, che era solito di cambiare frequentemente modulo durante la stagione passando dalla difesa a tre a quella a quattro anche a partita in corso. Inoltre Emery non si è fatto problemi a mettere in panchina giocatori come Ozil o Xhaka in favore di Iwobi o anche di giovani della primavera, dimostrando che nessuno è sicuro del posto se non è in una forma fisica e mentale accettabile.
Scelte che stanno ripagando l’allenatore basco, che ha trovato il modo perfetto di far coesistere i due velocisti Lacazette e Aubamenyang arretrando il secondo come esterno sulla linea dei trequartisti e lasciando il francese come unico terminale offensivo. In questo modo i due hanno messo a segno 10 reti complessive e hanno portato l’Arsenal ad essere il secondo attacco del torneo con 22 marcature, secondi soltanto alle 26 del City di Guardiola.
La difesa continua a ballare e l’inserimento di Sokratis non sta avendo l’impatto sperato. Su questo l’allenatore spagnolo avrà da lavorare per quando la forma degli attaccanti non sarà più quella di ora e avrà bisogno di solidità per portare a casa punti importanti.
L’inserimento di Torreira è stato lento ma inarrestabile e al ritorno dalla prima sosta delle nazionali a Settembre era già diventato un titolare nella scacchiera di Emery.
Se l’esplosione di Torreira era pronosticatile, le sorprese più grandi sono arrivate dai giovani Matteo Guendouzi e Rob Holding, che dopo delle ottime prestazioni fanno sperare i tifosi di North London quantomeno in un piazzamento tra le prime quattro per riportare l’Arsenal dove merita.