Ho staccato gli occhi dal libro,
Ed è come attraversare cento portali
Insediati in infinite dimensioni,
Legati tra loro da tunnel tempestati
Di fulgide saette durevoli millesimi
Di attimi.
Rinsavire è il dramma del sognatore.
Apprezzo la profondità umana
In momenti in cui la dimentico,
Dimentico ogni funzione naturale
E l’occhio
pare battere e respirare.
Sì perché in effetti l’immaginazione
Mi trascina tra le stelle
Con un casco d’astronauta;
Ed è per questo che le rotte celesti
Non sono altro che lo scivolo
Del mio intricato nervo ottico
Nel quale mi perdo, mi oblio
Muoio, rinasco
Gemo, mi rilasso
E Si fonde il molteplice del mio io.