Ormai è ufficiale, Woodstock è tornato!
La notizia è stata confermata qualche tempo fa da Rolling Stone e a seguire da tutti i più importanti magazine musicali, e non solo.
In occasione delle sue nozze d’oro, il festival più importante della storia della musica è stato riorganizzato nella location originale di Bethel, e si terrà tra il 16 e il 18 agosto di quest’estate.
Dal momento dell’annuncio, c’è stata una repentina corsa ai voli low cost per New York, e un assalto alle gonne a fiori più hippy della stagione passata di H&M. Improvvisamente nemmeno il Coachella sembra più così cool rispetto al re dei festival musicali.
La vera notizia però, è che Michael Lang ricoprirà il ruolo di promoter.
A molti questo nome suonerà nuovo, ma Michael Lang è stato l’organizzatore dell’edizione originale del 1969.
Non sarà famoso come Jimi Hendrix o gli Who, ma Lang può essere definito come l’uomo che ha reso possibile la rivoluzione.
Sono celebri le sue foto mentre si aggira per Woodstock a bordo della sua moto, indossando solo un gilet e parlando con le groupies delle band.
Ma come ha fatto un ragazzo che nel 1969 aveva solo 25 anni, a organizzare la più grande manifestazione musicale, politica e culturale della storia contemporanea?
Questo ragazzo dai capelli ricci nasce a Brooklyn, abbandona gli studi alla NYU e si trasferisce a Coconut Grove nel 1967 per aprire un negozio specializzato in accessori per fumare erba. Insomma, un cliché adolescenziale degli anni 60.
Quello che l’ha distinto dai suoi coetanei però, è stata la sua passione per la musica, che l’ha portato a organizzare, nel 1968, un altro festival che passerà alla storia per la sua portata: il “Miami Pop Festival”.
L’anno successivo carpisce l’importanza del movimento pacifista, e programma l’evento che darà voce, attraverso la musica, a un’intera generazione.
A pochi mesi da Woodstock, Lang prende parte all’Altamont Free Concert, famoso per i violenti scontri tra gli Hell’s Angels e i fan dei Rolling Stones, e in seguito diventa agente di alcuni astri nascenti del rock.
Negli anni novanta con, “Woodstock ’94″ e “Woodstock ’99”, il produttore tenta di replicare la versione originale, ma ottiene due mediocri festival che verranno ricordati per le lotte con il fango dei Green Day il primo, e per l’incendio durante l’esibizione dei Red Hot Chili Peppers il secondo.
Tralasciando gli incidenti di percorso, è innegabile che Michael Lang sia un tassello importante nella storia della musica pre-Spotify, che nonostante l’età, continua ad onorare il rock ’n’ roll come nei suoi anni d’oro.
Del resto nella vita possiamo nascere alti, biondi, o intelligenti, ma non tutti possiamo essere Michael Lang.
(foto di Henry Diltz)