Voi di prua o Dell’uomo e del mare

Voi di prua
cosa si vede aldilà della luna?
E’ il vostro canto che sento
la vostra pelle che piango
Nascosta alla Fortuna?

Questa vela sta morendo
Capitano
ancorata alla gomena,
se solo mi spiegasse la notte
potrei renderle una libertà di vento.
Di queste anime nel cielo
non conosco il nome
di queste rughe del mare
non sento la fine,
Ma proverò ancora a sfiorarle
con la mia mano più corta.

Voi di prua
dov’è che si muore
si possono ancora ascoltare
le voci del porto?
Si può ancora riparare
tra le sue braccia?

No, Capitano
non è ancora abisso
quel che sente
avvolto nel suo silenzio
di lune e di sale,
è soltanto un’altra tempesta
che ancora e per sempre
ci scopre il viso,
su questa rotta perduta
di luci fatue e di passanti
che portiamo appesi al petto.

Voi di prua,
rispondete,
dove tramonta il sogno?

Ora puoi venire
Calipso
e portarmi via questi cieli,
ma lasciami soltanto ammainare
un ultimo sguardo
da questa prua di solitudine
dove mi abbandono
alle onde di questo mare.

Alessandro Marrazzo

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